La storia

Dalle Posse Ad Oggi


Sono passati più di vent’ anni dalla nascita ufficiale dell’hip hop italiano eppure sembra che il nostro paese si stia accorgendo solo ora della potenza comunicativa di tale corrente artistica. Dobbiamo fare un balzo indietro fino ad arrivare al 1990, anno in cui l’Onda Rossa Posse realizzava il brano Batti il tuo tempo, autoprodotto all’interno del contesto dei centri sociali. Proprio così. Perché la storia dell’hip hop italiano è strettamente connessa (forse troppo) a un panorama politico di sinistra che ben poco si addice alle reali intenzioni della cultura stessa. I primi rapper italiani, o meglio mc, vengono infatti dalla scena dei centri sociali e lì hanno avuto modo di sviluppare tutta la corrente artistico-musicale che negli anni si diffonderà a macchia d’olio, anche se in modalitàunderground, per tutta la penisola. 
Attraverso una carrellata di interviste ai grandi protagonisti dell’hip hop italiano e limpide considerazioni personali, l’autore riesce a rievocare con ottimi risultati l’evoluzione di un’arte che oggi è tra le più influenti a livello globale. Dal movimento delle cosiddette posse, nato come fenomeno musicale all’interno dei centri sociali, in cui gli artisti avevano occasione di farsi conoscere attraverso le proprie esibizioni, il passo è breve per arrivare alle estremizzazioni di quello che è stato vissuto come uno strumento rivoluzionario con una forte impronta politica. Perché, se è vero che i centri sociali hanno pensato di poter cavalcare il fenomeno hip hop sfruttandone la forza comunicativa e strumentalizzandolo a loro vantaggio, è anche vero che l’hip hop si è adagiato un po’ troppo su questa situazione e ha rinunciato ad avere ogni forma di contatto con la realtà chiudendosi in sé stesso nel panorama underground.
C’è anche chi è riuscito a emergere per primo nella scena pur non facendo parte dell’ambiente dei centri sociali né del fenomeno posse in generale: parliamo diFrankie Hi-Nrg con la sua Verba Manent, che nel 1993 firma un contratto con la BMG. Ma è ciò che avviene nel 1994 che rimarrà impresso nella memoria storica degli addetti ai lavori come un evento chiave nella storia dell’hip hop: i Sangue Misto producono SXM, quello che ancora oggi viene considerato  il miglior disco di hip hop italiano di sempre.


Cosa succedeva in quegli anni esattamente? Quali regioni erano maggiormente fucine di mc?Nella seconda parte del libro l’autore si occupa principalmente di dare dei nomi, tanti nomi, a coloro che sono stati i veri interpreti dello sviluppo del fenomeno hip hop in Italia. Partendo dalla Lombardia fino ad arrivare alle isole, veniamo catapultati in un viaggio colmo di luoghi storici e personaggi mitici che hanno segnato un’epoca e che tutt’ora hanno una notevole valenza. Ma tutto cambia. Chi un tempo faceva hip hop spesso oggi si ritrova a fare altro (vedi Neffa ex Sangue Misto) e paradossalmente chi faceva altro, oggi si spaccia per mc, con risultati spesso deludenti. Se è giusto dire che negli ultimi anni il fenomeno della doppia H ha riscosso una mole maggiore di ascoltatori, è pur vero che spesso tale successo ha gravato sulla qualità dell’hip hop stesso. Ogni giorno ci vengono propinati presunti rapper che credono di essere più forti di altri e si vantano di avere più donne e più stile della concorrenza. Ma è davvero solo questo l’hip hop di oggi? Se il prezzo da pagare per diffondere uno stile consiste nella commercializzazione forzata di testi e musica…beh allora lunga vita al purismo di nicchia alla Bassi Maestro! Spero che l’autore non me ne vorrà se considero banali e volgari brani di un Fabri Fibra di turno.



Il libro termina con una serie di titoli di album che, nel bene e nel male, hanno segnato delle tappe importanti all’interno della storia dell’hip hop in Italia. Tra i nomi che emergono ritroviamo anche personaggi familiari al mainstream: dagliArticolo 31 ai Sottotono, da Caparezza a Neffa, dai Club Dogo al già citato Fabri Fibra. Grandi assenti nel panorama descritto da Ivic risultano essere i Two Fingerz

valido duo milanese distintosi di recente, sia per una ottima capacità di lirica del frontman Danti, sia per una grande innovazione dal punto di vista musicale mediante una commistione con l’electro-hop affidata al dj/producer Roofio.
In un periodo in cui l’hip hop italiano sembra voler prendere il volo, la Storia ragionata dell’hip hop italiano sembra essere il giusto libro per coloro che si avvicinano solo ora all’ambiente o che in qualche modo sono interessati a questa scena musicale. Soprattutto grazie alle tante interviste a numerosi artisti del settore, il testo risulta molto fluido e godibile anche da chi è nuovo a questo genere di musica.

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